Professoressa Maria Crisitna Messa, Ministro dell’Università e Ricerca
Professoressa Maria Chiara Carrozza, Presidente Consiglio Nazionale delle Ricerche
Dott. Riccardo Nencini, Presidente VII Commissione Istruzione Pubblica, beni culturali Senato della Repubblica
Prof. ssa Casa Vittoria, Presidente VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione Camera dei Deputati
Prof. Ferruccio Resta, Presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane
Chiarissimi Professori, Onorevoli Presidenti,
la Società Italiana del Dottorato di Ricerca è tra le realtà maggiormente rappresentative a livello nazionale nella promozione del titolo di dottore di ricerca, quale più alto livello di istruzione e di formazione previsto dal nostro ordinamento giuridico, nazionale, Ue ed internazionale.
L’intento di SIDRI è di stimolare l’introduzione di specifiche disposizioni normative e regolamentari atte ad imprimere un’efficacia giuridica vincolante al titolo di Dottore di ricerca.
La Società ha analizzato la Proposta di modifica n. 14.7 (testo 2) al DDL n. 2598, che dovrebbe essere approvata entro la fine del mese con tempistiche inusualmente rapide per permettere l’accesso ai fondi PNRR.
A tal riguardo, si rappresentano alcune perplessità che sono state identificate a seguito di ampio dibattitto nella nostra organizzazione, peraltro in parte anche contenute in alcuni articoli di quotidiani nazionali tra cui il Corriere della Sera e Repubblica.
Dalla lettura della Proposta di modifica sopra riportata, non appare chiaro il costo dei nuovi Ricercatore a Tempo Determinato in Tenure Track (RTT) per l’Università e nemmeno la copertura finanziaria a valere sui fondi del PNRR è specificata.
Non è agevole comprendere perché il RTT risulti più conveniente per un ateneo rispetto ai ricercatori a tempo determinato (RTD) di categoria A e B.
Non risulta nemmeno chiara la distribuzione degli RTT rispetto ai punti organico. Sarebbe invece opportuno utilizzare i fondi del PNRR per favorire il passaggio dei RTD-B, che ne abbiano i requisiti, a Professore associato.
In tal modo potremmo incrementare la possibilità da parte dell’Ateneo di reclutare nuovi RTD di categoria A e B; dunque, sulla base dell’attuale configurazione tra RTD-A e RTD-B, non si comprende come si collochi la figura del RTT.
Si è compreso che gli RTT possono essere coperti da progetti esterni; tuttavia, resta il dubbio su come coprire una posizione di 6/7 anni, quale quella del RTT, all’interno di progetti di durata generalmente triennale.
La riforma prevede la fine degli assegni di ricerca. A questi subentrano i contratti di ricerca, con uno schema pre-riforma 2006. Mentre l’assegnista è fruitore di una borsa, il contrattista è inquadrato come strutturato per l’Ateneo. Tale cambiamento radicale richiede altresì numerosi chiarimenti su come impatti l’inserimento di questa figura nei bilanci previsionali dei singoli atenei (in un biennio un attale assegnista grava sul bilancio di ateneo per una quota pari a 28.000€, questa transizione porterebbe ad un incremento dell’impatto di oltre il 150%).
Ci si chiede inoltre, se la gestione di questa figura sarà demandata totalmente ai singoli atenei in relazione alle proprie disponibilità economiche, come accade per gli assegnisti di ricerca, o se piuttosto si avrà una centralizzazione delle risorse come accade per i ricercatori.
Infine, resta ulteriormente da comprendere come queste figure potranno essere inserite nel piano di sviluppo di progetti con ampia base aggregativa, pratica oggi comune per gli assegnisti di ricerca che svolgono un ruolo fondamentale nella programmazione delle attività.
A ciò si aggiunga che la riforma degli RTT rischia di creare un vuoto per gli RTD-A passati, in corso e quelli già programmati, nonché non risulta nemmeno chiaro come si intende disciplinare il loro inquadramento giuridico (ad esempio, chi tra RTD-A e RTT avrà accesso più diretto alla carriera universitaria). Sembrerebbe che per gli RTD-A, il RTT cominci dal terzo anno, ma non è chiaro come debba essere inquadrato questo aspetto da ciascun ateneo dato che per il RTT è prevista anche la possibile chiamata a professore associato. A tal riguardo, rimane anche da comprendere se gli RTD-B in corso e programmati saranno confermati o se tutto verrà azzerato.
Al fine di garantire una preventiva risoluzione delle problematiche manifestate e, comunque, di ottenere gli opportuni chiarimenti in merito agli aspetti sopra rappresentati, si richiede sin da subito una audizione con una nostra delegazione presso le istituzioni indirizzo.