Lettera al Comune di Tivoli in relazione al Bando di concorso per un posto di Dirigente Amministrativo e la mancata valorizzazione del titolo di Dottore di Ricerca

La Società italiana dei dottori di ricerca ha scritto al Comune di Tivoli per segnalare un’anomalia nella procedura di un concorso pubblico per il reclutamento di una figura dirigenziale. Nello specifico l’ufficio REPORT Integrity e trasparency rileva tra i titoli valutabili non è stato previsto il dottorato di ricerca, sebbene fosse attribuito un punteggio ai master di I e II livello. SIDRI ha prontamente segnalato all’ufficio di competenza un probabile errore nella stesura del bando. Lo scopo di SIDRI è quello di promuovere il valore dei dottori di ricerca nei diversi percorsi professionali aiutando e supportando i diversi interlocutori a sviluppare una maggiore sensibilità e a porre una maggiore un’attenzione verso coloro che hanno conseguito questa importante formazione post-laurea.

Report, può essere sempre contattato dagli associati, e in generale da qualsiasi soggetto sensibile al tema, per segnalare situazioni di mancata valorizzazione del dottorato di ricerca.

 

Ecco il testo integrale della Posta Elettronica Certificata inviata la comune

Gentilissimo Segretario Generale,

in relazione al Bando di concorso (Prot. 63142/2020 del 29/12/2020) per la copertura di n. 01 posto di Dirigente Amministrativo a tempo indeterminato, pubblicato nella GU del 29.12.2020, visto l’art. 10 del suddetto bando, si invita la SV a rendere note le motivazioni connesse alla mancata presenza, tra i titoli valutabili, di apposito punteggio in relazione al titolo di Dottorato di Ricerca.

In particolare, al

punto 3.2 dell’art. 10, relativo alla valutazione del “Curriculum Professionale,” è sprovvisto di ogni riferimento al titolo di Dottore di Ricerca.

Orbene, come noto, le PP.AA., nel corso degli anni, hanno progressivamente innalzato i titoli di studio richiesti per l’accesso alle diverse qualifiche funzionali, imponendo il requisito della laurea per l’accesso dall’esterno nei ruoli di funzionario (articolo 13, Legge n. 312/1980) e dall’interno con le “progressioni verticali” (articolo 62, D.lgs. n. 150/2009).

Al tempo stesso, il legislatore italiano ha iniziato a valorizzare il titolo di Dottore di ricerca prevedendo:

(i) alla lettera e) ter, dell’articolo 35, comma 3, D. Lgs. n. 165/2001, il principio secondo cui nelle procedure di reclutamento nelle pubbliche amministrazioni è previsto “di richiedere, tra i requisiti previsti per specifici profili o livelli di inquadramento, il possesso del titolo di dottore di ricerca, che deve comunque essere valutato, ove pertinente, tra i titoli rilevanti ai fini del concorso” e, successivamente,

(ii) alla lettera f), dell’articolo, 17 comma 1, Legge 124/2015, cd. Legge Madia, nell’ambito del riordino della disciplina del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, che tramite di appositi decreti legislativi – ad oggi non ancora emanati – deve valorizzarsi il “titolo di dottore di ricerca, in attuazione di quanto previsto dall’articolo 4, comma 7, della legge 3 luglio 1998, n. 210, e dall’articolo 17, comma 111, della legge 15 maggio 1997, n. 127, e successive modificazioni”.

Ed infatti, il Dottorato di ricerca è un titolo di specializzazione post universitario a cui si accede per pubblico concorso e che riconosce crediti formativi (180 CFU)  ben superiori ai master di I & II Livello.

Peraltro, anche la Direttiva n. 03 del 24.04.2018 del Ministro della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione, prevede che le pubbliche amministrazioni possano richiedere il titolo di Dottore di Ricerca quale requisito di accesso per specifici profili e comunque di valutarlo tra quelli rilevanti ai fini del concorso.

Ora, pur rilevando che l’inserimento del titolo di dottore di ricerca tra i requisiti di accesso al concorso di cui in oggetto possa essere qualificata come una decisione discrezionale dell’amministrazione, tuttavia è alquanto anomalo che lo stesso dottorato di ricerca non venga considerato tra i titoli valutabili da parte di codesta Amministrazione.

Si rileva inoltre che tali anomalie sono state rilevate anche da alcune sentenze dalle quali è emerso che un’incoerente determinazione dei requisiti e dei titoli rappresenta un indicatore di alterazione dei principi fondamentali di trasparenza e ampia partecipazione.

Sicuri invece che trattasi solo di un mero errore materiale connesso alla redazione del bando e certi dell’interesse del vostro ente a voler “reperire”, per il tramite della suddetta procedura, le migliori professionalità, chiediamo le motivazioni di tale scelta e la contestuale rettifica del bando con l’introduzione del titolo di dottore di ricerca quanto meno tra quelli valutabili, con una corretta ponderazione dei punteggi in funzione del diverso peso in termini di CFU.

Viceversa, questa Società, che sta monitorando tutti i bandi a livello nazionale in relazione all’eventuale carenza tra i titoli valutabili con l’attribuzione di specifico punteggio del dottorato di ricerca, procederà, come avvenuto in casi analoghi, a promuovere tutte le azioni ritenute opportune nelle sedi competenti.

RingraziandoVi anticipatamente e certi di un gradito riscontro, si porgono distinti saluti.

 

Società Italiana del Dottorato di Ricerca

Report – Integrity & Trasparency

Area Tematica Pubblica Amministrazione