Richiesta dell’inclusione ad horas dei dottorandi di ricerca Università degli Studi di Macerata nel programma di vaccinazione come sta avvenendo in tutti gli Atenei Italiani.

Dott. Francesco Acquaroli

Presidente Regione Marche

 

Dott.ssa Giorgia Latini

Assessore Cultura, Istruzione e Sport

Regione Marche

 

Dott. Filippo Saltamartini

Assessore Sanità, Tutela della salute

Regione Marche

 

Magnifico Rettore  Francesco Adornato

Università degli studi di Macerata

 

e per conoscenza

 

Prof. Claudio Pettinari

Presidente Comitato Regionale di Coordinamento delle Università Marchigiane

 

L.L. S.S.

 

 

Illustrissimo Presidente, Assessori, Magnifici Rettori,

 

la Società Italiana del Dottorato di Ricerca (“SIDRI” o la “Società”) è un’associazione no profit, tra le maggiormente rappresentative a livello nazionale ed europeo, che promuove il miglioramento dello status quo di chi ha svolto il dottorato di ricerca, quale più alto livello di istruzione e di formazione previsto dal nostro ordinamento giuridico.

La mission di SIDRI è, infatti, quella di mettere a disposizione del Paese le competenze acquisite dai dottori di ricerca e dai ricercatori italiani con l’obiettivo di rafforzare, grazie anche ad una formazione di eccellenza ed alle esperienze svolte nel campo della ricerca, la futura classe dirigente italiana.

Nel perseguire tale progetto, la Società si propone come interlocutore efficace e proattivo in Italia dei dottorandi e dei dottori di ricerca.

In tal senso, SIDRI intende partecipare al dibattito istituzionale italiano in relazione alla valorizzazione del titolo di dottore di ricerca con lo scopo di garantire il pieno adeguamento dell’Italia alla Carta europea dei ricercatori ed ottenere un riconoscimento pratico del loro percorso professionale nelle Università e negli Istituti di formazione, di ricerca avanzata e di eccellenza, in ambito nazionale ed internazionale.

Qualora adeguatamente impiegati e valorizzati – come già accade in altri Paesi ad economia e tecnologia avanzate, nonché di recente industrializzazione, dove lavorano molti  ricercatori italiani – i dottori di ricerca sono in grado di incrementare la competitività e la produttività delle aziende, sia pubbliche che private, oltre che del sistema pubblico di istruzione e ricerca.

Sulla base delle istanze pervenute dai dottori di ricerca, SIDRI ha individuato alcune proposte concrete, sostenibili e realizzabili che hanno l’obiettivo di coinvolgere i dottori di ricerca nel sistema economico nazionale, anche con il proposito di arginare la fuga all’estero di risorse con elevato grado di formazione, sulle quali il Paese ha investito anni di formazione specialistica.

Affinché i dottori di ricerca possano realmente esprimere il proprio potenziale e rappresentare un’importante risorsa per l’Italia SIDRI ritiene opportuno formulare una serie di proposte, chiedendo, al contempo un’occasione di confronto, anche previa audizione, al fine di porre in essere tutte le azioni che risultino condivise.

La promozione delle eccellenze da parte di SIDRI e la missione di evidenziare, nei diversi contesti istituzionali, il ruolo e le potenzialità dei dottori di ricerca, ci porta inevitabilmente ad intraprendere continue azioni di incoraggiamento delle istituzioni verso l’adozione di riforme importanti mirate ad eliminare posizioni e situazioni di non conformità.

Nella certezza che SIDRI potrà fornire il proprio contributo istituzionale, con la presente non possiamo che segnalare la palese disparità di trattamento che si sta verificando tra Università che hanno incluso i propri dottorandi di ricerca nella campagna vaccinale destinata al personale docente ed amministrativo under 55 del Settore Scuola ed Università ed Atenei che stanno procedendo con la relativa estromissione, in modo ingiusto e non adeguatamente ponderato.

Nello specifico in questa sede si contesta l’esclusione dalla vaccinazione dei Dottorandi da parte dell’Università degli studi di Macerata, esclusione che riteniamo assolutamente irragionevole, per le motivazioni di seguito espresse, e che viene perpetrata dall’Ateneo nonostante la questione sia già stata portata all’attenzione del Comitato Regionale di Coordinamento delle Università, tramite lettera formale, e sia stata già discussa in apposita riunione, prontamente convocata da tale organismo.

La vaccinazione dei dottorandi costituisce senz’altro un primo passo per consentire a tale categoria di riprendere attivamente l’attività di ricerca che, per molti di loro, risulta ad oggi parzialmente o totalmente impedita a causa delle restrizioni imposte dal diffondersi della pandemia.

I dottorandi sono, da un punto di vista sostanziale, parte integrante del personale universitario in quanto, oltre ad occuparsi della propria attività di ricerca, svolgono anche attività didattica, di tutoraggio e assistenza degli studenti; lavorano, in taluni casi, all’interno dei laboratori, hanno spesso necessità, per le proprie ricerche, svolte in teams o all’interno di progetti più ampi, di usufruire di archivi o di accedere ad istituti specializzati, con la conseguenza che sono esposti ai medesimi pericoli che involgono l’attività dei docenti e del personale amministrativo universitario.

Pur tuttavia, a causa del peculiare inquadramento giuridico dei dottorandi in Italia – quale figura ibrida non assimilabile in toto né agli studenti, né al personale docente o amministrativo – ciascun Ateneo universitario assume discrezionalmente la determinazione di estendere o meno ai dottorandi la campagna vaccinale, così cagionando un’inaccettabile disparità di trattamento nel territorio nazionale, che non può certamente trovare spazio tra i componenti di una stessa categoria.

A tal proposito, proprio il Punto 9 della Raccomandazione della Commissione Europea del 11 marzo 2005 riguardante la Carta Europea dei Ricercatori ha stabilito che “Gli Stati membri dovrebbero sforzarsi di offrire ai ricercatori dei sistemi di sviluppo di carriera sostenibili in tutte le fasi della carriera, indipendentemente dalla loro situazione contrattuale e dal percorso professionale scelto nella R&S, e impegnarsi affinché i ricercatori vengano trattati come professionisti e considerati parte integrante delle istituzioni in cui lavorano”.

Dunque, i dottorandi di ricerca tutti – nessuno escluso – dovrebbero poter scegliere di aderire alla campagna vaccinale, alla stregua di quanto avviene per il personale docente e amministrativo delle Scuole e Università italiane, senza dover assistere a situazioni discriminatorie tra chi è stato incluso dal proprio Ateneo e chi no.

Non appare equo, oltre che ragionevole, consentire a taluni dottorandi di fruire della vaccinazione predisposta dall’Ateneo di appartenenza e ad altri, pur componenti della medesima categoria, negarlo.

Riteniamo, dunque, che una simile situazione non possa continuare ad essere gestita in questo modo così difforme –  case by case sulla base delle valutazioni di ciascun singolo Ateneo – e che ormai sia necessario fare chiarezza con un provvedimento, per quanto concerne il contesto marchigiano, da parte del Presidente della Regione, degli Assessori di competenza o da parte dello stesso CRUM, che risponda ad una esigenza di trasparenza, imparzialità e correttezza rispetto ad una questione che si presenta ab origine come controversa, nonché al fine di imprimere a livello concettuale l’appartenenza della comunità dottorale alle istituzioni universitarie, in quanto, viceversa, rischia di crearsi uno scollamento inaccettabile su come sono concepiti i dottorandi di ricerca nel nostro sistema accademico.

Per tutto quanto sopra esposto, onde evitare che possano ancora sussistere situazioni di disparità tra dottorandi vaccinati e dottorandi non vaccinati, la Società Italiana del Dottorato di Ricerca

CHIEDE

che le Istituzioni in indirizzo adottino un provvedimento chiarificatore finalizzato all’inclusione a livello regionale dei dottorandi di ricerca nella campagna vaccinale per il personale docente e amministrativo under 55 delle Scuole ed Università italiane;

che l’Università degli Studi di Macerata, quale unico Ateneo nella Regione Marche, in cui i dottorandi risultano estromessi dalla campagna vaccinale, si allinei alle best practices intraprese dalla maggior parte delle Università italiane che hanno già incluso i dottorandi di ricerca nel programma di vaccinazione.

 

Photo Credit: ANSA